Dicembre

L’ultimo mese, quello che chiude l’anno, è senza dubbio il più affascinante; la concentrazione di festività, la maggior parte sacre, ci trasporta in un mondo che da bambini conoscevamo molto bene, e non solo per i doni recati dai santi quanto, per l’atmosfera magica che con l’andar degli anni non sentiamo più. Eppure l’atmosfera, la magia non sono scomparse: siamo noi che ci siamo preclusi a queste vivendo di corsa fino a quando, con l’età, le gambe cedono.

Forse sarà banale e scontato per il fatto di averlo sentito dire tante volte… nondimeno, non abbiamo proprio capito, non ci siamo soffermati a meditare e quindi non siamo cambiati: esser diventati un’appendice dello smartphone, del computer e di altre diavolerie (e non uso a caso la parola diavolerie) ci ha reso impermeabili alla gioia dicembrina, alla magia, alla spiritualità… all’arte. Così vivendo, abbiamo accondisceso a tutto quello che ci veniva e ci viene proposto: ai videogiochi da regalare ai figli al posto di parole e presenza (amore), ai panettoni a 4.40 euro, al “puro olio di oliva” a 5 euro, agli sconti, agli acquisti al buio su internet, ai prodotti senza glutine o per intolleranti e celiaci senza sapere se le farine sono OGM o contengono robaccia chimica…

Oggi chi ci fa la festa sono i supermercati, non chi ci sgobba dentto tutto l’anno, bensì le catene che li gestiscono. Quando poi non esistevano i mutui non si ostentava tutta quell’apparenza che non è nemmeno nostra, ma delle banche che tanto odiamo.
Ecco che al posto della vita di gioia si vive una vita di fretta, di ignoranza pur pensando di vivere da esseri moderni e dunque di dover pagare questo prezzo alla modernità.

Chiediamoci se è questo che desideriamo veramente, chiediamoci quanto sia morale il gioco elettronico o il telefonino regalato ai nostri figli. Chiediamoci poi come ci nutriamo, perché è necessario assumere tanto vino-birra-amari-superalcolici-caffè, cioccolato, carne, insaccati ecc.
Sappiamo o no quanto questo influisce sulla salute e sulla facoltà di avere un pensiero chiaro? E poi, quale nutrizione forniamo ai figli, fin dalla più tenera età? Schifezze, solo schifezze create dall’industria senz’anima.
Finché non decidiamo, finché non troviamo in noi la forza di cambiare, saremo totalmente dipendenti dal mondo della finanza al cui soldo sta la politica.

Era così bello il dicembre di quand’ero bambino: speranza, attesa, profumo d’aghi di pino, regali da pochi soldi ma belli, semplici… giocattoli insomma, oggetti per giocare e non per diventare “autistici”, avulsi dal mondo. Tutto era reale, la parola virtuale non era ancora stata coniata e la magia pervadeva le strade e le case e non culminava con il Natale, perché poi venivano San Silvestro e l’Epifania.

Quasi nessuno mette più in relazione la famosa “befana” con l’Avvenimento più grande e sacro della nascita dell’essere Cristo in Gesù di Nazareth, grazie all’intermediazione del battesimo del Giordano. Si potrebbe anche riassumere i significati sacri del Natale e del 6 gennaio con le parole: da Gesù a Cristo, dalla nascita del bambino all’accoglimento, a 30 anni e solo per tre anni dell’alta entità solare del Cristo.
Ma che ne sanno gli eruditi super laureati di oggi, che ne sanno i rappresentanti delle varie Chiese? Sembrano più interessanti i documentari sull’isola di Pasqua o quelli sul parco dell’Abetone che a conoscere gli avvenimenti che han fatto di noi esseri pensanti, senzienti ed agenti.

Personalmente sono triste per tutte quelle persone che ancora, la notte di Natale cantano le canzoncine, mangiano e bevono e non ci capiscono proprio nulla. L’uomo che non conosce le proprie radici in verità disconosce il sacro che è in lui.
Una rivoluzione culturale che metta di più l’accento sulla conoscenza spirituale e meno sul nozionismo scolastico ci porterebbe incontro a dei futuri veri Natali, quei Natali che auguro ad ogni persona di buona volontà.